Pubblicità ingannevole digitale: quando anche i “like” possono mentire
Nel mondo dei social network, la reputazione è sempre più spesso misurata in “mi piace”, commenti e visualizzazioni.
Ma cosa accade quando questo consenso non è reale, bensì frutto di un artificio digitale?
Oggi è sempre più diffuso l’utilizzo di account falsi o bot automatizzati per aumentare in modo artificiale:
-il numero dei “like”;
-i commenti di approvazione;
-o persino i follower di un profilo professionale o artistico.
Il risultato è una popolarità fittizia, costruita per apparire autorevoli o influenti, che può trarre in inganno chi osserva, chi acquista o chi ripone fiducia in quell’immagine digitale.
Il profilo giuridico
Il Codice del Consumo (artt. 20-27 del D.Lgs. 206/2005) e il D.Lgs. 145/2007 qualificano come pubblicità ingannevole qualsiasi comunicazione commerciale che possa indurre in errore il pubblico circa l’identità, le qualità o la notorietà di un soggetto, prodotto o servizio.
In questo contesto, l’uso sistematico di profili falsi, like simulati o recensioni pilotate per promuovere la propria immagine o i propri servizi costituisce una pratica commerciale scorretta.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha già sanzionato diversi casi di consenso artificiale, in particolare nel settore dell’influencer marketing e delle piattaforme di recensioni online, ribadendo che la trasparenza e la veridicità sono elementi essenziali della comunicazione digitale.
Manipolare l’apparenza significa, di fatto, ingannare il mercato e i consumatori, minando la fiducia che regge l’intero ecosistema del web.
Nel mondo digitale, la fiducia è la nuova moneta.
Alterarla non significa soltanto violare una norma: significa rompere il patto di trasparenza con chi guarda, segue o acquista.
L’autenticità non si compra, non si costruisce a tavolino e non si simula con cento profili falsi.
È ciò che resta quando il filtro digitale si spegne, ed è l’unico valore che garantisce credibilità, anche nel silenzio dei numeri.
Perché la verità digitale non si misura in like, ma nella trasparenza delle azioni.
